Coccomato panoramica

Guida turistica di Cocconato

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Guida turistica Cocconato

A riprova di forme di insediamento in epoca romana, la stessa etimologia del Comune, che gli studiosi fanno derivare da “cum conatu”, espressione con la quale si fa allusione alla fatica necessaria per inerpicarsi sino all’impervia collina che ospita il paese.

Di questa epoca anche una leggenda che narra di una fantomatica pietra d’oro a forma di cane, la magica Pietra Cagnola, che gli abitanti di Cocconato, dopo averla custodita gelosamente per gran parte dell’anno nella sala del Consiglio della Comunità, quando la stagione lo esigeva si passavano l’un l’altro, per porlo sull’erpice e rendere il terreno fertile e fecondo.

Effetti tanto magici quelli di questo magico simulacro, tali da varcare i confini locali, sino ad attirare le brame fameliche di molti. Molti che, in cerca del magico oggetto, non tardarono ad invadere Cocconato una fredda mattina autunnale, quando un’orda di cavalieri, bandendo spade e mazze ferrate, costrinse gli abitanti del paese monferrino a darsi alla fuga.

Cocconato boschi

Alcuni dei boschi attorno a Cocconato, dove sarebbe nascosta la mitica pietra cagnola

Fra loro lo stesso console che, braccato da un paio di cavalieri urlanti, fuggì nel bosco, dove, narra la leggenda, prima di essere abbattuto, nascose la Pietra con un busto aureo dell’Imperatore, gettandoli in un tetro pozzo, in cui riposerebbero ancora.

Leggenda affascinante quanto fantasiosa quella della pietra cagnola, probabilmente, databile già sotto il potere dei Conti Radicati, importante signori locali che, già dal X secolo, rappresentavano i padroni incontrastati del feudo.
A riprova di questa loro influenza remota nel tempo, la stessa origine del maniero locale, fatta risalire all’anno 902.

Dotati di grandi capacità diplomatiche i Radicati furono sempre straordinariamente abili nel mantenere aperti i canali con un po’ tutti i potentati dell’epoca (dai Savoia, ai Visconti e naturalmente non trascurando neppure i Marchesi del Monferrato e di Saluzzo) riuscendo, nel corso dei secoli, a godere sempre di una grande autonomia, tale da permettere loro addirittura di battere moneta. Un dominio territoriale che li porterà sino ai confini del territorio sabaudo, rappresentando una sorta di cuscinetto neutrale tra i maggiori protagonisti del tempo.

stemma Radicati Cocconato

Lo stemma dei conti Radicati, signori di Cocconato per secoli

Un’autonomia piena sino al 1500, quando Cocconato entrò a far parte del novero dei domini sabaudi, sia pur sempre sotto il controllo dei Radicati, anche se con privilegi e poteri limitati.
Da qui, con vicende alterne, prosegue la storia del paese, la cui rinascita coincide con la fine del dominio napoleonico.

Cosa fare a Cocconato: gli eventi

Difficile non partire con il Palio degli Asini, manifestazione ormai giunta al mezzo secolo. L’ultimo week-end settembrino, quello che vede corrersi questa curiosa gara, nella quale gli 8 rioni cittadini (in origine erano 10) si giocano il trofeo in gioco.
Alle origini di questa buffa contesa un’altra leggenda: tutto partirebbe da un drammatico incendio che assalì il castello e che i borghigiani spensero, facendo la spola fra il ruscello, per riempire i secchi, e il maniero, trottando a dorso di un asino.

In segno di gratitudine i Signori locali introdussero l’usanza di far disputare un torneo, culmine del quale era rappresentato da una corsa di asini, che vedeva il vincitore essere insignito con il vessillo della Casata.
Da allora il palio di Cocconato (alla stregua di altre manifestazioni non meno importanti,ad esempio, come quella di Calliano o Montafia ) prevede due giocatori per rione che, non cavalcando l’animale, si impegnano a suon di urla e pacche non proprio amichevoli, a spronare l’asino a correre a rotta di collo. Uno dei due lo tiene per l’imbragatura, mentre l’altro, da dietro, lo spinge, cercando nel contempo di non lasciar strada ai propri avversari.

 

Palio-cocconato

Una bella immagine della gara settembrina a Cocconato

Accanto alle tante altre iniziative legate ai singoli rioni (con le varie feste del Borgo Torre, di quelli di Tuffo, Borgo Brina, ecc..), quelle di matrice sportiva (a Giugno abbiamo una corsa ciclistica, la Green Volley e la corso podistica Cocco Run) o le immancabili Fiere stagionali (il 25 Aprile quella di San Marco, il 14 Settembre quella Medievale o il mercatino Natale dell’8 Dicembre), sono almeno un paio le altre manifestazioni da segnalare:

  • Cocco Cheese 
  • Festa dell’acciuga
  • Cocco Wine
  • Bagna Cauda per Tutti

Partendo in ordine rigorosamente cronologico, il primo evento imperdibile in quel di Cocconato, è il Cocco Cheese, manifestazione enogastronomica, nata per promuovere la cultura del formaggio, considerando che il paese monferrino gioca in casa, potendo vantare la produzione di una Robiola pressoché unica.

formaggi Cocconato cheese

Alcuni dei formaggi protagonisti al Cocco Cheese

Laboratori del gusto, vini locali, ma anche birre artigianali, salumi, mostarde, nocciole, dolci e altre tipicità, per una giornata all’insegna di ghiotte degustazioni, ma anche di dotti approfondimenti in grado di coniugare tavola e cultura. Inoltre occasione propizia anche per gustare i  “Cocconati”, imperdibili agnolotti ripieni di Robiola  e prosciutto crudo.

Altrettanto imperdibili la Festa dell’Acciuga, rassegna a suon di panini di acciughe e vino, la cui organizzazione è onere dell’ultimo borgo classificato al Palio ragliante, con la collaborazione del vicino comune di Morasengo (unico paese confinante ad avere l’onore di poter prendere parte al Palio cocconatese).

La tradizionale Bagna Cauda collettiva, serata per aliti forti, tradizionalmente tenuta nel salone comunale, con una cena incentrata sulle tipicità piemontesi, con Bagna Cauda, ma anche Bollito e Raviolini in brodo, ma soprattutto il Cocco Wine.

cocco wine data

Cocco wine, rassegna importante ndel calendario di Cocconato

Week-end di fine Settembre, in cui le vie di Cocconato si trasformano in cantine a cielo aperto, dove poter assaporare i prodotti dei migliori produttori locali e due Isole del gusto, dove vengono presentati, per ogni edizione, vini particolari o di altre regioni.

Naturalmente non mancano le prelibatezze gastronomiche, in vendita presso gli stand dei produttori locali e offerta dai borghi locali, ognuno con i propri piatti, per un’offerta che spazia dagli agnolotti, a bagna cauda e peperoni, dal cartoccio con frittura di alici e patatine per finire al gnocco fritto o agli arrosticini. Tra le tante proposte, ovviamente, impossibile non rendere onore al tartufo con  robiola di cocconato o miele su focaccia o fetta di pane.

Inoltre Cocconato è anche tappa di manifestazioni itineranti come Calici di vino (per conoscere il calendario, ecco il link per l’associazione che organizza la rassegna) o Monferrato on Stage (ecco il sito), palcoscenici ideali per celebrare il buon cibo e la musica, nell’ultimo caso anche con finalità sociali, a favore delle associazioni Autismo che Fare e Anffas.

Monferrato stage Cocconato

Un’immagine del tour che vede il Monferrato, scenario ideale per la buona musica

Cosa vedere a Cocconato

La storia importante di Cocconato, naturalmente, non poteva non lasciare in eredità testimonianze di rilievo di un passato secolare, le principali dei quali, ovviamente, sono legate all’arte sacra del luogo.

Prima di entrare in paese, ad esempio, ecco la Pieve della Madonna della Neve, più vecchio edificio di culto di Cocconato, eretta originariamente attorno all’anno 1000 e la cui attuale veste, risale ad una sua riedificazione avvenuta tra 600 e 700′, utilizzando in parte i ruderi della precedente chiesa.

Nell’abitato, invece, merita alcuni scatti la chiesa della Santissima Trinità, costruita dall’omonima congregazione sull’onda emotiva della popolazione terrorizzata legittimamente dalla peste del 1617. Al suo interno conserva un quadro, l’Incoronazione della Vergine, del Caccia detto il Moncalvo, probabilmente il miglior pittore monferrino del tempo. Altrettanto interessante, nel suo pregevole barocco piemontese, la chiesa di Santa Caterina.

cocconato cosa vedere

Il bellissimo dipinto “Incoronazione della Vergine” della bottega del Caccia, custodito all’interno della Santissima Trinità

Sempre restando in tema di chiese, citazioni d’obbligo anche per la parrocchiale Santa Maria della Consolazione, eretta ad inizio 700′ e ampliata nel secolo precedente, così come per il Santuario della Madonna delle Grazie, visitabile percorrendo la strada che conduce alla frazione Maroero. La sua origine risale addirittura al 400′, quando venne eretta per contenere un pilone votivo, decorato con l’effigie della Vergine.

Sul poggio dinnanzi a quello che ospita la Chiesa del paese, nascosto dalla vegetazione, una torre circolare,unica memoria dell’antico maniero, distrutto a metà 500′. Nel corso dei secoli, la stessa trovò utilizzo come mulino a vento, segnalandosi come uno dei pochissimi in funzione nella Regione. Curioso come la torre, durante il dominio napoleonico, servì come stazione telegrafica per il collegamento che univa Parigi a Milano e Venezia.

Nei pressi, inoltre, della chiesa della santissima Trinità, da vedere anche il palazzo Comunale, per via della sua unicità di edificio civile edificato in stile gotico, caratterizzata dai portici a sesto acuto e l’elegante facciata che accompagna l’andamento della strada.

palazzo comunale cocconato

La bella facciata del Palazzo Comunale di Cocconato

 Migliori ristoranti dove mangiare a Cocconato

Impossibile non pensare che nella patria della Robiola, non si trovino locali all’altezza di questa straordinaria tipicità locale. In centro, ad esempio, si segnalano la Cantina del Ponte, che trova alloggio nei locali dello storico Caffé d’Italia in  piazzetta Cavour. Locale accogliente e informalmente elegante, dove immergersi nella tradizione culinaria locale, accompagnando il buon cibo ad una carta di vini assolutamente all’altezza.

Per il ristorante che si fregia di aver inventato i Cocconotti, tanti i primi tradizionali proposti, con Agnolotti, Tajarin e Risotti, ma vasta anche la scelta di antipasti e secondi, con i tanti cult che ci si attende di trovare in un locale legato al suo territorio: spazio, quindi, a Capunet con salsiccia, Tartare di cardo gobbo uovo e cremoso, carne cruda sempre con la nobile presenza della straordinaria robiola locale, mentre lato secondi brasato al barolo, arrosto di Fassone piemontese e lonza di maiale con Miele e nocciole. Il tutto, nocciole in primis, ma anche vini, ortaggi, grazie anche alla produzione diretta che il locale ha grazie alla sua azienda biologica e biodinamica “Maciot”, ( dotatato di certificazioni “Icea” e “Dermeter”). Qui vai direttamente al link.

Sempre cucina tipica piemontese alla Locanda Martelletti, sito in piazza Statuto. Si tratta di un ristorante (ma anche gastronomia) che trova dimora in un edificio storico, all’interno del quale un ambiente familiare pregno di passione e rispetto per la tradizione, vi permetterà di deliziarvi con i piatti imperdibili della tradizione piemontese, dall’insalata russa, al vitello tonnato, Tajarin, ecc.. Insomma tutti i grandi classici della tradizione piemontese, con, quando la stagione è propizia, possibilità anche di satollarsi con tartufo, funghi ed un Vermouth da applausi.

 

tartufo locanda martelletti

Il tartufo protagonista alla Locanda Martelletti ( Credits by Locanda Martelletti Facebook)

Non mancano neppure i tartufi Al Ristorante (ma anche albergo) Cannon d’oro. Altro locale centralissimo, dove si respira l’atmosfera dei tempi che furono, ma che, grazie a Dio, di quei tempi conserva anche la bontà del cibo. Di una qualità tale che il Cannon d’oro, ad inizio 900, divenne anche met dell’allora Principe Umberto di Savoia.
A riprova di un legame con il passato ancora ben saldo la presenza, a 4o euro, di un menù d’altri tempi (peperone, insalata russa e flan di verdure come antipasti, agnolotti, guanciotto di maiale e dolci tipici), ma non mancano una proposta per soli vegetariani, uno dedicato al Gran fritto misto, una al bollito piemontese  e uno interamente a sua maestà tartufo. In questo caso proposti tutti i piatti ( carne cruda, robiola, Tajarin e uova, in grado di esaltare al massimo il piacere del suo sapore unico)

Allontanandosi un attimo dal centro gli altri ristoranti assolutamente da provare di Cocconato. In strada Roletto Rocca, ecco la Cantina Nicola. elegante ristorante nato come costola dall’azienda agricola omonima. Oltre agli ottimi vini prodotti (Barbera, ma anche Grignolino, Freisa, Albugnano e Chardonnay), le maggiori tipicità del territorio, anche se rilette in ottica più moderna (maggiore l’attenzione agli impiattamenti, rispetto a molti ristoranti locali) e innovativa. Due i menù proposti, uno più legato alla tradizione, il secondo meno scontato, ma non meno gustoso, oltre alla possibilità di consumare alla carta.
Per maggiori info ecco il link.

Altrettanto gradevole l’ambientazione alla Cascina Rosengana, bed&charme ma anche ristorante di buonissimo livello, a prezzi più che onesti. Menù infarcito dei grandi classici piemontesi (carpaccio di vitella, crostone con bagnetto, ovviamente Robiola e ancora Plin, Tagliatelle 7 mm., filetto di Vitello al pepe verde, bistecca di Fassone, taglieri di affettati e formaggi) e anche un menù specifico legato al tubero di cui anche il territorio di Cocconato è ricco. A 33 euro ( vini e grattata esclude) quattro piatti per fare il pieno di tartufo.

 

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L’accogliente ed elegante atmosfera che si respira alla Cantina Nicola

Migliori Hotel dove Dormire a Cocconato

Non mancano neppure le opportunità di sistemazione a Cocconato. Partenza d’obbligo con la Locanda Martelletti che avevamo già visto nei migliori ristoranti della zona.

All’interno di questa antica dimora settecentesca, sita nel cuore del paese, sono a disposizione dei visitatori 6 camere e tre suite arredate in maniera rustica, coerentemente alla tradizione secolare del caseggiato. Tutte munite di ogni confort, con tanto di minibar, bollitore, wi-fi, tv e, spesso, vista splendida sul territorio circostante.

Altra possibilità, sempre in Cocconato, è rappresentata dal B&B Sotto la luna Bruna, situato in una  frazione in aperta campagna, sita a pochi minuti d’auto dal centro di Cocconato.
Circondato da vigneti, noccioli, olivi si tratta di un’oasi di pace, dove potersi rilassare, all’interno di una cascina piemontese di inizio 900′, abbellita e resa più funzionale  grazie ad un’attenta opera di ristrutturazione.
Da non perdere la colazione genuina da consumarsi in giardino all’ombra di un rigoglioso glicine,  a sun di pane torte, marmellate e focacce, tutte rigorosamente fatte in casa.
Il Sotto la luna permette anche ai propri ospiti di godere di imperdibili tour enogastronomici con degustazioni di vini e salumi presso i migliori produttori locali.

 

sotto la luna bruna cocconato

 Tanta la vegetazione attorno al Sotto la luna bruna

Due le strutture presenti a Cocconato, ma prendendo la macchina, a solo una mezz’oretta, molte le soluzioni a pochi minuti dal paese. Sotto i 20 chilometri, infatti, sarà possibile, ad esempio, due locaion immerse nel verde come Ca’ Villa Club Agriturismo e Cascina Castagneto.   Ca’ Villa Club Agriturismo, rappresenta una bella struttura a 4 stelle in quel di Gabiano ( per maggiori info, ecco il link), così come altrettanto gradevole e dotata di piscina, la seconda, sita invece in direzione di asti, a Castell’Alfero. Cascina Castagneto dispone di 5 camere finemente arredate, splendido giardino e tanti servizi per le famiglie.

In zona, naturalmente, per chi può concedersi qualche lusso in più, due splendidi resort come  il Relais Sant’Uffizio in quel di Cioccaro o il non meno bello, Tenuta Montemagno Relais.

Per chi decidere di dirigersi verso Chivasso, d è disponibile l’Hotel Europa, moderna ed elegante struttura, che gode di una favorevole posizione per poter visitare Canavese, Moferrato o anche Torino, ad appena una mezz’oretta di auto.

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Le linee essenziali e geometricamente accoglienti dell’hotel Europa

Migliori Tour enogastronomici

Parlando di degustazioni impossibile non partire da Bava, prestigiosa azienda vitivinicola locale, che vanta una tradizione gelosamente tramandata da generazione in generazione ( ad oggi ben 4, anche se sembra che sin dal 1600 i Bava si dedicassero alla vite in questo territorio) e con più di cento vendemmie di esperienza.

A testimonianza della passione che anima il lavoro di questa famiglia, il sito stesso invita a prestare la debita attenzione, per chi si trovasse a transitare da quelle parti, ai pali utilizzati nei filari, tutti rigorosamente in legno ottenuto da foreste rinnovabili, all’inerbimento alla base dei tralci, elemento utile a prevenire l’erosione del terreno ma anche in grado di attestare l’inutilizzo di diserbanti o, ancora, la presenza di resti di potatura o sfalci di erba, presenti in quanto importante concime naturale ancor oggi utilizzato nell’ottica di una produzione di qualità e genuinità.

Una visita, per chi si trovi a transitare per il paese della Robiola, imperdibile, considerando che accanto ai tanti vini prodotti dai Bava, gli stessi da qualche decennio hanno anche assorbito la prestigiosa produzione di Vermouth della Cocchi.
Cos, in un unica location elegante e dove verrete accolti da cortesia e competenza, potrete degustare dalle immancabili Barbera (sublimata nella sua versione superiore, ribattezzata Stradivario), al Ruchè, Albarossa e Nizza,  sino ai più nobili Barbaresco, Barolo e Nebbiolo. Senza contare che, per chi ama il bianco, non mancano Malvasia e Moscato, sempre made in Bava, e persino eccellenze nel bianco, con lo Chardonnay ed il Sauvignon, prodotti in alcuni dei tanti ettari di proprietà della famiglia.
Chiusura immancabile con alcuni dei grandi classici firmati Cocchi.

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Alcune simpatiche idee regalo, firmate Cocchi, per Natale