come conservare il tartufo bianco

Se non è semplice acquistare un tartufo bianco di Alba grande qualità, apparentementeancor più complesso, soprattutto per chi si avvicina per la prima volta al tubero più famoso del pianeta, è conservarlo.
Ecco alcuni pratici consigli per conservare al meglio il cosidetto tartufo biaco d’Alba.
Tartufo bianco d’Alba, originario dell’omonima cittadina piemontese che detiene il primato per la più antica e rinomata Fiera del Tartufo bianco che si svolge nei mesi di ottobre e Novembre.

Come si conserva il tartufo bianco

Conservazione del tartufo bianco d’Alba per brevi periodi

Prima di tutto occorre ricordare come la vita di questa eccellenza alimentare non supera mai le due settimane, ragion per cui, supponendo di acquistare un prodotto 2-3 giorni dalla sua raccolta, la sua vita residua sarà approssimativamente vicino ai 10 giorni.
Assodato che mangiare il tartufo fresco è il metodo migliore per gustarlo al meglio, tuttavia, se volete conservarlo per poco tempo in vista di una cena tra amici o di un’occasione speciale conviene avvolgerlo in un sacchetto di carta da pane o in un panno leggermente umido ( non bagnato!) e tenerlo all’Interno di un barattolo di vetro al chiuso, preferibilmente ad una temperatura tra i tre e i sei gradi centigradi.
Altrettanto valido l’utilizzo di carta assorbente tipo Scottex, avendo l’accortezza di cambiarla ogni giorno.

Conservazione del tartufo bianco d’alba per periodi relativamente lunghi

La soluzione migliore in questi casi è trasferire i tartufi bianchi d’Alba in cantina dove possono essere mantenuti durante il processo di maturazione anche per dieci o quindici giorni. In questo caso si procede avvolgendo una piccola quantità di tartufi ancora in maturazione in un panno di tela umido e riponendoli all’interno di un contenitore asciutto non ermetico.
Vi consigliamo di inserire nello stesso contenitore delle uova, un barattolo di riso aperto o dei formaggi molli in modo che assorbano il delizioso profumo del tartufo durante la loro reciproca convivenza, per poi consumarli insaporiti da un’aroma unico.